giovedì 3 dicembre 2009

qualcosa di molto piccante e aranciò.

Probabilmente questa sarà l'ultima ricetta da semplice dottore triennale. Tra 14 giorni mi laureo totalmente e sono abbastanza soddisfatto di diventare superdottore :) .

Agosto 2009
Entra in casa il mio amico A., seguito da un folto contingente di personaggi altrettanto amici e mi fa: "Ho fame, voglio mangiare qualcosa di molto piccante e aranciò!". Batter di ciglia e sono subito ai fornelli a creare robaccia!




Ingredienti (per 5 persone)
:
  • Pomodori gialli da piennolo
  • 2 peperoncini stra-piccanti freschi e sminuzzati
  • Peperoncini in polvere finissima
  • Aglio 1 spicchio
  • Fusilli col buco g 500 (formato di pasta random che a volte ci ritroviamo in casa)
  • Speck (6 fette un po' spesse)
  • Origano
Album Consigliato:

Max Tundra - Parallax Errors Beheads You (2008) /spassoso, (retro)innovativo e pungente!

Mettiamo su l'acqua per la pasta e quando bolle, caliamo i temibili fusilli col buco. Tagliamo i pomodori a spicchi e mettiamoli da parte, salandoli leggermente (in modo da fargli scaricare un po' d'acqua). In una padella enorme poniamo lo spicchio d'aglio a soffriggere in abbondante olio extravergine d'oliva: quando si sarà leggermente inbiondito, aggiungiamo la polvere di peperoncino e i peperoncini sminuzzati e lasciamo insaporire il tutto. Appena i peperoncini si schiariscono, versiamo i pomodori con tutto il succo e chiudiamo il coperchio. Lasciamo cucinare così per 10-15 minuti e nel frattempo tagliamo lo speck a striscioline. I 10-15 minuti basteranno affinché non si formi un bel sughetto aranciò: a questo punto aggiungiamo lo speck a striscioline e spolveriamo d'abbondante origano. La pasta va scolata parzialmente e ancora al dente e subito versata nel padellone per finire la cottura amalgamandosi col sughetto: a fiamma vivace lasciamo cuocere 1-2 minuti e appena spento il fuoco, impiattiamo.

Ecco fatto, rapido, indolore e aranciò!

Buon appetito!
d.

martedì 27 ottobre 2009

il polpettone!


mah, è stato periodo molto movimentato e molto "di assestamento" per il sottoscritto. Periodo in cui ho dedicato quasi tutte le energie a mie attività personali (tra cui una laurea che arriverà a dicembre) e l'altro blog, PlayLeast, recentemente sottoposto a vigoroso restyling. Spero che questa assenza sia perdonata dalle esigue moltitudine che seguono con pazienza le mie divagazioni culinarie!
Oggi volevo condividere col popolo magnereccio la mitica ricetta del POLPETTONE dell'altrettanto mitica zia D., la già citata maestra di roba impastata e pastrocchiosa. Il polpettone per me non è una ricetta, ma quasi uno stile di vita: "polpettonare" carne e pane stantìo nelle giuste dosi per creare qualcosa di nuovo e speciale, ricco al suo interno di morbidezza e sapore... un po' il mio modus vivendi che mi porta a miscelare tutte le esperienze per sublimarle nel mio essere. Ok ok, basta con la fuffa, perché manco io sono bravo a farne! Mettiamoci all'opera con la ricetta:

Ingredienti per l'impasto:
  • Pane stantìo ("sereticcio" per gli anglofoni :D) g 500
  • Carne trita di manzo, maiale e tacchino g 750
  • 6 Uova (o a seconda della consistenza desiderata)
  • Prezzemolo q.b.
  • Formaggio grattuggiato (pecorino preferibilmente)
Ingredienti per il ripieno:
  • Mortadella in fette g 300
  • Provola affumicata fresca in fette grossolane g 300
Per la preparazione e la cottura:
  • Straccio da cucina pulito (no, non lo mangeremo!)
  • Brodo bollente di dado funghi porcini mL 500 (due tazze\2 dadi)
  • Pangrattato

Album Consigliato:
Prendiamo il pane stantìo e mettiamolo a bagno in acqua per una mezz'oretta. Trascorso questo tempo, prendiamo i pezzi di pane e li stringiamo vigorosamente, facendoli perdere l'acqua in eccesso e cercando di sminuzzarli quanto più possibile. Aggiungiamo al pane la carne trita, le uova, il formaggio e il prezzemolo tritato e impastiamo molto bene tutto il polpettone. Ci vorrà molta forza e un bel po' di tempo per riuscire ad ottenere un'amalgama liscia, consistente e omogenea, perciò mentre impastiamo, regoliamo di sale, aggiungendone secondo preferenze (occhio a non esagerare, il ripieno è già molto saporito ;) ).
Finito il "pastrocchio" arriva il momento più divertente di tutta la ricetta: prendiamo lo straccio pulito, bagnamolo per bene con acqua fredda e stendiamolo su un tavolo. Passiamo l'impasto sopra questo straccio, cercando di stenderlo per bene, coprendo quasi l'intera superficie dello straccio e creando una forma circolare. Su questo cerchio di polpetta, adageremo prima la mortadella, occupando tutta la superificie e successivamente la provola che sarà posizionata rigosamente al centro di una sola metà della circonferenza. Ora, aiutandoci con i lembi dello strofinaccio umido, cerchiamo di arrotolare tutto il polpettone, iniziando dal lato della provola: come per magia, la carne si staccherà ben benino dal tessuto e collasserà su stessa. Quello che dobbiamo fare è semplicemente agevolare la formazione del rotolo, controllando il tutto con lo straccio stesso e con le mani. Una volta arrotolato tutto (senza aver fatto cadere nulla!) finiremo il lavoro, cercando di limare la forma cilindrica e chiudendo con l'impasto stesso le due estremità. È necessario che tutto il cilindro sia ben "chiuso" affinché non si aprano fori che faranno fuoriuscire il ripieno, perciò è opportuno controllare bene prima di cospargerlo di pangrattato. Effettuato questo passaggio, posizioniamo il polpettone nella teglia antiaderente da forno, cosparsa con olio e.v.o. e lo "buttiamo" in forno a 150 °C. Passati i primi 5-10 minuti di cottura solo con olio, aggiungiamo un po' alla volta il brodo di dado, attendendo ogni volta che si consumi quello precedente: tutto questo giochetto lo porteremo avanti fino a cottura ultimata (30 min.), quando uno stecchino infilato nel polpettone, ne uscirà poco umido... intanto, come d'incanto, nella teglia si sarà formato un simpaticissimo sughetto al sapor di funghi, che cospargeremo copioso su ogni fetta, servita calda, ma non eccessivamente. Ditemi se questa non è goduria! :D
Inoltre, siccome tutti i mali non vengono per nuocere, se per caso durante la cottura dovesse rompersi il polpettone, non abbiate timore! Percolerà al di fuori un bel po' di succo di provola che insaporirà ulteriormente il suddetto sughetto, rendendolo anche più cremoso!

Cosa volete più dalla vita?

POLPETTONE LIFESTYLE!

Salute a tutti e come sempre,
Buon Appetito!
d.

lunedì 7 settembre 2009

pork-insalata

Hm, ok. Con questo post mi gioco il favore dei salutisti e delle persone perbene, ma per il bene della cucina improvvisata, sono pronto a rischiare.
Se volete rovinare una bella insalata, fresca e leggera, trasformandola in una porcata immonda, siete nel posto giusto! Questa ricetta è stata partorita in una sera di mezz'estate, in compagnia del fido P., amico di vecchia data, che invitai a cena. Sentendomi particolarmente ispirato nel fare schifezze, fui memore di un'antica ricetta romagnola della scarola riccia condita con pinoli e pancetta. Non avendo altri soggetti alimentari da deturpare, mi buttai su un cespo di lattuga iceberg, che ignaro giaceva nel mio frigorifero. Gli ingredienti sono tanti e tutti (o quasi) con un contenuto calorico sopra le 400 kcal / 100 g. Ma andiamo per gradi.

Ingredienti (per 3 persone):
  • 1 cespo di lattuga iceberg
  • 4 pomodori da insalata
  • 1 cetriolo
  • Olive verdi
  • Rucola
  • 1 vaschetta di pancetta affumicata a cubetti
  • 100 grammi di prosciutto cotto a cubetti
  • 50 grammi di nocciole tostate e sgusciate
  • 50 grammi di pinoli
  • Pecorino artigianale (di quello puzzolente)
Album Consigliato:
Laviamo e sminuzziamo la lattuga e la rucola nella maniera convenzionale (attenti a non usare il coltello, facciamo tutto a mano ;-) ). Poste in un recipiente, ci mettiamo dentro i pomodori a cubetti, il cetriolo (opportunamente sbucciato), le olive e la rucola.
Con le nocciole, facciamo un bel trito grossolano, magari aiutandoci con un pestello per carne o anche con il coltello e aggiungiamo i pinoli. In una padella nel frattempo, facciamo riscaldare una discreta quantità di olio con dentro la pancetta e i cubetti di prosciutto cotto. Appena cominciano a scurirsi, ci buttiamo dentro le nocciole e i pinoli e facciamo tostare il tutto per un paio di minuti. Il pecorino intanto, lo facciamo a scaglie grossolane con un coltello seghettato e lo lasciamo da parte. Finite tutte le procedure, accendiamo di nuovo il fuoco del mega-soffrito ipercalorico e attendiamo fino a bollore: prontamente spegneremo il fuoco e verseremo il condimento sull'insalata, avendo cura di mescolare per condire nel miglior modo possibile. Aspettiamo giusto che si raffreddi un po' il tutto e versiamo le scaglie di pecorino, rimestando un altro po'. L'attesa è necessaria, onde evitare di far sciogliere tutto il formaggio, ottenendo così un bel pastrocchio!
Chiaramente, con questo tripudio di sodio proveniente da praticamente tutti gli ingredienti, eviteremo di salare l'insalata. Al massimo, per i palati raffinati, mi sento di consigliare la solita spruzzata di aceto balsamico.

e ora, sporkeggiate pure con comodo!

scusandomi per l'enorme ritardo di questo post (freakettonaggine agostina...), vi abbraccio tutti!
a presto,
d.

mercoledì 5 agosto 2009

Fusilli in Crema Balsamica d'Alto Mare

Ci ho voglia di roboare con i nomi. Una portata dal nome così altisonante potrebbe star bene in qualsiasi menù "di un certo livello" e invece... invece abbiamo a che fare con la più improvvisata delle mie ricette, del tutto degna di un McGyver ispiratissimo. Come già confessato nel post di apertura, questa ricetta è stata la causa scatenante dell'idea del blog.
Erimo in quel di Ogliastro Marina (frazione di Castellabate -SA- N.d.D.) a celebrare la "Pasquetta Extended Mega-Mix" come usanza consolidata del mio gruppo di amici. Arrivati al lunedì sera, anche a causa di un disguido nel caricare le macchine, il frigo era vuoto. Al pari delle peggiori sit-com studentesche, per la cena c'erano a disposizione:

Ingredienti (per 5-6 persone):
  • 3 Pomodori grossi da insalata
  • 1 Scatoletta di tonno
  • Aceto Balsamico
  • Zucchero
  • Fusilli g 500
  • Residui di Parmigiano grattugiato
  • Acqua bollente
Album Consigliato:
McGyver ci avrebbe fatto un televisore al plasma, io ci ho fatto un primo piatto, almeno è più digeribile.

Procediamo per gradi. Con un primo colpo d'occhio agli ingredienti v'avrà preso anche un colpo di stomaco, ma abbiate fede: le tecnologie alimentari fanno miracoli!

Per prima cosa, abbiamo bisogno di pelare e sminuzzare i pomodori: laviamoli bene immergiamoli per una decina di minuti nell'acqua bollente. Trascorso questo tempo, raffreddiamoli uno per uno sotto getto di acqua fredda, conserviamo l'acqua bollente e peliamoli con l'ausilio di un coltello: vedrete che sarà un'operazione sorprendentemente semplice. Tagliamo via la columella cioè la parte bianca che si trova al centro del frutto e sminuzziamo in piccoli cubetti.
In una pentola bella grossa, facciamo riscaldare dell'olio (eventualmente con un po' di aglio) e appena sarà ben caldo, ci mettiamo i pomodori che faremo cucinare a fiamma vivace per una decina di minuti, aggiungendo sale quanto basta. Appena avrà assunto un aspetto tipo salsa, è il momento di aggiungere il tonno in scatola: è consigliabile sgocciolarlo prima di utilizzarlo. A questo punto si lascia cuocere per pochissimo (massimo 3 minuti), rimestando energicamente, in modo da sminuzzare il tonno e amalgamare tutto nel migliore dei modi. Generalmente il tonno in scatola non ha un bell'odore e forse nemmeno un bel sapore, soprattutto per chi ha avuto la fortuna di mangiare il tonno freschissimo: siccome siamo in un blog di cucina (anche) improvvisata, non ci spaventa niente! Prendiamo dell'aceto balsamico (ancora non ho ben capito come si trovasse lì quella boccetta di aceto, proprio in quel momento!) e "sfumiamo" la nostra salsa: spruzziamo l'aceto nella pentola e lasciamo evaporare l'acqua. La salsa assumerà una colorazione bruno-arancio e magicamente sarà svanito l'odore di scatolame. Però, se assaggiate a questo punto, vi accorgerete che il composto sarà talmente acido da perforarvi le pareti dell'esofago: ecco che entra in scena lo zucchero! Un pizzico alla volta, correggeremo l'acidità della salsa, finché non raggiungerà un sapore gradevole. Attenzione a non esagerare, altrimenti ci potrete fare solo una crostata.
Eccoci pronti ora a buttare la pasta! Dove? Ma nella salsa! Sono un fanatico della "brillatura" e della cottura nei sughi (stile risotti) e per rendere il tutto più morbido e vellutato serve il solito amido della pasta, che farà da addensante. Abbassiamo la fiamma e versiamo i fusilli nella pentola: dopo il primo minuto di continue rimestate (per non far bruciare tutto), aggiungiamo un po' d'acqua bollente e continuiamo così, finché non saranno cotti al dente [per chiarimenti vedi anche Bucatini alle Falde]. Spento il fuoco, passiamo alla mantecatura: una spolverata non esagerata di parmigiano e un filo d'olio, completano questo piatto. Impiattiamo e aggiungiamo altro parmigiano, secondo gusto. Va mangiato assolutamente caldo, onde evitare la formazione di un monoblocco indissolubile (fenomeno della retrogradazione dell'amido).

Una variazione consigliata ma ancora non sperimentata prevede l'aggiunta di capperi e olive nere snocciolate al pomodoro, in modo da arricchire un po' il sapore e la successiva guarnizione con prezzemolo tritato.

Siete spaventati? Beh, c'è di peggio, dai!

Buone vacanze a tutti e non abbuffatevi!
a presto,
d.

giovedì 16 luglio 2009

Latte 'e mammeta (:D)

Nome propriamente poco elegante, per designare un drink, originario dei bar salentini. In barba alle moltitudini dei miei amici, che hanno avuto la disgrazia di assaggiarlo nel peggiore dei modi, pubblico questa "ricetta" molto rapida e dissetante, anzichenò, ma di altrettanto difficile preparazione, soprattutto in termini di dosaggi.
È risaputo che il caffè migliore è prerogativa dei bar nella zona del napoletano. In effetti, come dar torto a questa teoria... a Lu Salentu (TM), siccome non sanno cosa significhi caffè nel senso napoletano del termine, preparano spesso molte variazioni dei tradizionali espressi da bar: shakerato, con ghiaccio, con Bayles e via discorrendo. Nessuna di queste variazioni mi ha particolarmente entusiasmato, finché non ho assaggiato il famigerato "Caffè con latte di mandorla". Il soprannome, titolo di questo post, fu affibiato dai miei compagni di sordide nottate dopo aver assaggiato una "poco riuscita" versione della bevanda. Sin da ora specifico che è NECESSARIA e FONDAMENTALE una macchinetta per caffè espresso, dotata di beccuccio per il vapore: in quella notte caldissima e umida di fine agosto, fu usata una moka, le dosi sballarono quasi automaticamente e il risultato fu a dir poco deludente (oltre che disgustoso).

Ingredienti:
  • Caffè macinato (meglio se miscela robusta)
  • Latte di mandorla (in sciroppo)
  • Ghiaccio
Album Consigliato:
Fate riscaldare la macchinetta-espresso e approntate il flusso di vapore mentre riempite il filtro di caffè: è fondamentale abbondare con il caffè macinato e pressarlo prima di posizionare il filtro, in modo che il caffè venga il più corposo possibile. Generalmente le macchinette-espresso hanno il doppio ugello per preparare due caffè alla volta, perciò abbiate cura di dosare il caffè con "abbondante attenzione" nel caso vogliate condividire la bevanda.
Preparate i bicchieri (quelli da acqua vanno benissimo) con 1 parte di sciroppo di mandorla e lasciate i cubetti di ghiaccio nelle vicinanze. La proporzione caffè\sciroppo è all'incirca 2 a 1: piccolissime variazioni sono ammesse, ma se si sbaglia con lo sciroppo, il risultato sarà iperglicemico! Inutile sottolineare l'assenza dello zucchero... lo sciroppo è già sufficiente per addolcire.
Approntato tutto, posizionate bene il filtro e al di sotto degli ugelli i due bicchieri con lo sciroppo: erogate il caffè e stoppate quando il caffè sarà il doppio dello sciroppo. Aggiungete repentinamente il ghiaccio (4 cubetti sono sufficienti) e infondete il vapore per 5 secondi ogni bicchiere. Dopo aver svaporato, miscelate un po' con un cucchiaino (giusto per raffreddare un po' in più) e bevete all'istante.

Facile, no? NO! :D

Mi ci sono volute un bel po' di prove per farlo riuscire bene, a voi ne serviranno sicuramente meno ma è meglio avvisare!

martedì 7 luglio 2009

Peperoni Mollicati

Estate! Tempo di buona frutta e golosi ortaggi!
Cosa c'è di meglio di una buona peperonata accompagnata da un bel po' di pane croccantissimo e una birra ghiacciata (rutto libero included)? A mio parere, poco e niente! Avrete arguito di certo che la famiglia dei Capsicum è la mia prediletta (beh, il logo e le ricette parlano chiaro!), perciò sono qui a proporvi, oggi, un bel piatto, molto sfizioso e saporito anche se molto meno improvvisato dei precedenti! La ricetta mi è stata tramandata dalla impareggiabile zia D., maestra di zeppole, polpette, polpettoni e peperoni di tutte le forme. Questo modo di cucinare i peperoni, probabilmente di derivazione salentina, li rende ottimi d'estate, quando li possiamo acquistare freschi ma altrettanto buoni di inverno, se avremo l'accortenza di conservarne alcuni a falde nel congelatore.

Ingredienti:
  • Peperoni gialli e rossi
  • Aceto di vino bianco
  • Pan grattato
  • Menta
Album Consigliato:
Iniziamo mondando e tagliando i peperoni a falde grossolane. Facciamo scaldare un po' di olio e aglio in camicia in una padella antiaderente, togliamo l'aglio quasi subito e versiamo i peperoni. Dopo una prima scottata a fuoco forte, abbassiamo la fiamma e chiudiamo il coperchio. Rimestando di tanto in tanto, aspettiamo 5 minuti e aggiungiamo un po' di acqua (un paio di bicchieri per 600-700 grammi di peperoni. Lasciamo sempre chiuso il coperchio per 10-15 minuti e quando l'acqua sarà quasi del tutto evaporata i peperoni sono prossimi alla cottura esatta. A questo punto correggiamo di sale e irroriamo con l'aceto bianco: così con pochi spruzzi, esaltaremo il gusto dei peperoni; una volta sfumato l'aceto, la menta farà il resto del lavoro, alleggerendo il tutto con le sue note aromatiche. Prima di spegnere la fiamma aggiungiamo il pan grattato, con quantità secondo gusto: teniamo soltanto presente che più ne aggiungiamo e più i peperoni risulteranno "asciutti", in quanto il pan grattato assorbe molto bene qualsiasi liquido.

Le mie variazioni consigliate sono semplicissime: possiamo provare ad aggiungere una punta di peperoncino in polvere assieme all'aglio, oppure snocciolare delle olive nere e aggiungerle a metà cottura. Infine, se volete fare i puristi\tradizionalisti e se avete un po' di tempo in più, anziché il pan grattato, aggiungete mollica di pane raffermo, sbriciolata per bene: i peperoni si chiamano mollicati proprio perché in origine la ricetta prevedeva l'aggiunta della mollica!

Saluti e baci a tutti e scuse posposte per la prolungata assenza a causa di impegni accademici e non. Sono sicuro che l'attesa avrà aumentato la secrezione salivare!

martedì 2 giugno 2009

Rustico Mediterraneo

Trovo finalmente un po' di tempo per continuare il ricettario online... qualcuno aveva già cominciato a preoccuparsi della mia prolungata assenza ai fornelli (virtuali)!

Rustico Mediterraneo è un nome scontatissimo (:-P) per la rielaborazione di una ricetta di una tipica torta pugliese (Torta con le Olive), trovata nei millanta libri di cucina che ho in casa. Fu proposto come un simpatico "rompi-digiuno" pomeridiano per una festicciola... la ricetta è di per se semplice e "rurale", ma richiede una discreta manualità e un po' di tempo a disposizione in quanto prevede una fase di impastamento e di lievitazione.


Ingredienti (per l'impasto):
  • Farina g 600
  • Lievito di birra g 30
  • Acqua (se necessaria)
  • Olio di oliva
  • Sale
Ingredienti (per il ripieno):
  • Olive (nere e\o verdi) g 300
  • Salame g 300
Album Consigliato:


Per l'impasto, mescoliamo su una spianatoia di legno (o sul tavolo) la farina, un pizzico di sale, due cucchiai di olio e il lievito sciolto in poca acqua tiepida. Si lavorano gli ingredienti aggiungendo, se necessario, un po' d'acqua, fin quando la pasta non sarà morbida e liscia: a questo punto, avvolgiamo la pasta in un canovaccio un po' infarinato e la lasciamo riposare per due ore abbondanti.
Nel frattempo, snoccioliamo le olive, tagliuzzandole alla buona e tagliamo il salame in piccoli cubetti. Quando saranno trascorse le due ore, prendiamo di nuovo la pasta e la stendiamo con un mattarello infarinato: a questo punto possiamo cospargere la superficie di olive e salame e condire con un filo d'olio.
Ora viene l'operazione più complessa della ricetta! Avendo cura di non romperla, avvolgiamo la sfoglia su se stessa, arrotolandola: appena ottenuto il rotolo, lo richiudiamo per ottenere una ciambella. Se si usano tutte le cautele necessarie e se spolveriamo di farina quando necessario, filerà tutto liscio, basta solo crederci! :-D Pronta la forma, la adagiamo in una teglia leggermente unta e la cuociamo in forno molto caldo (200 °C) per circa 30 minuti. Per controllare se la cottura è uniforme, oltre a verificare la doratura superiore, usiamo il metodo dello stecchino: con uno stuzzicadente, o uno spiedino di legno, buchiamo il rustico e controlliamo che all'uscita, lo stecchino sia del tutto asciutto.

Il rustico va servito tiepido, in modo che abbia il massimo profumo possibile e per eventuali variazioni, possiamo considerare l'aggiunta di mozzarella o provola, per dare un tocco di sapore in più e umidificare leggermente l'interno del rustico (occhio a non esagerare!). È un ottimo "spuntino" (anche se non proprio leggerissimo), ma all'occorrenza può costituire un antipasto corposo e saporito.

Salute a tutti e buon appetito!

giovedì 7 maggio 2009

Bals(h)amBurger

Breve excursus: Siccome sono patito di musica, oltre che di cucina, ho deciso che da ora suggerirò anche un bel disco da ascoltare durante la preparazione... tempo fa mi cimentai già con un esperimento analogo di cucina e musica sul blog PlayLeast, ora è il momento di applicare seriamente i risultati ottenuti :-P.

Lo sanno tutti: gli hamburger (o per i tradizionalisti le svizzerine :-D) sono la carne per gli anziani e i marmocchi capricciosi. Possono essere di manzo o tacchino o qualsiasi altra specie animale: nessuno se ne accorgerebbe... notoriamente sono senza sapore, asciutti e granulosi e necessitano di salse accessorie per poter essere anche solo deglutiti (maionese, ketchup e affini). In genere evito di mangiarne, a meno che non sia costretto! In questi casi, cerco di provvedere personalmente alla preparazione dei "cosi" con una ricettina sbrigativa e sorprendentemente saporita a base di aceto balsamico (quello commerciale, ahimè... non potrei permettermi nemmeno 10 cl di quello vero!). Procediamo!

Ingredienti:
  • Hamburger
  • Aceto Balsamico
  • Acqua
  • Sale (o secondo gusto, il salearomi)
Album Consigliato:

Prendiamo un bel padellone anti-aderente dove possiamo agevolmente adagiare tutti gli hamburger da cucinare, privati di quella odiosa pellicola. Li copriamo con acqua e un po' di olio, chiudiamo il coperchio alla padella e lasciamo andare fino a bollore dell'acqua. Quando comincia a bollire, mettiamo il sale e l'aceto balsamico, profuso sulla carne in discreta quantità (occhio a non esagerare!). L'aceto ci servirà a togliere quello sgradevole aroma di "trito" e carne macinata che non sempre è apprezzato e a dare un bel tocco di sapore. Richiudiamo il coperchio e lasciamo cucinare finchè la parte inferiore degli hamburger non sia perfettamente cotta, bella compatta, così da riuscire a girarli senza correre il rischio di romperli. Una volta girati, richiudiamo il coperchio e facciamo cucinare anche l'altro lato. Le svizzerine (ghgh, amo usare questo termine!) saranno cotte quando, dopo averle premute, non rilasceranno più il succo rossiccio. Terminata la cottura, sarà rimasta nella padella un po' di brodaglia idro-acetica... niente paura! Rimuovete gli hamburger e lasciate il brodino sul fuoco moderato: poco alla volta si ritirerà e otterrete una deliziosa riduzione di aceto balsamico e succo di carne. Durante la riduzione, abbiate cura di mescolare di tanto in tanto e aggiungere un po' di olio fresco, se lo desiderate. Ora, prima di servire, versate su ogni hamburger qualche cucchiaio della salsetta e il gioco è fatto!

Una variazione sul tema può essere fatta con l'aceto classico (meglio se bianco), ma bisogna prestare più attenzione per le quantità, in quanto il sapore è più forte.

Grazie dell'attenzione e buon appetito!

(inutile ripetere che aspetto commenti e opinioni! :P )

venerdì 24 aprile 2009

Bucatini alle Falde (di peperoni!)


Beh, le chiacchiere stanno a zero, le ricette no: come suggeritomi da più parti, comincio subito con il ricettario!
Voglio aprire le danze (e le panze ;-) ) con una ricetta nata a casa dell'esuberante bastardina Briciola, la cui presenza in ambienti di cucina, richiede preparazioni veloci e molto attente... di norma Briciola è sempre molto affamata. L'amico E., padrone della suddetta canide, mi fornisce una busta di peperoni a falde congelati ed esclama: "Danì, cuciniamo questi peperoni!". In men che non si dica, constatando la presenza di bucatini (unico formato di pasta disponibile), con un po' di ingegno e pazienza, mi ritrovo ai fornelli.


Ingredienti (per 5-6 persone):
  • Peperoni a falde (sia freschi che congelati, non fa differenza), g 500 (ad occhio!)
  • Bucatini g 500
  • Peperoncino in polvere (un pizzico, secondo gusto)
  • Acqua bollente 1 L
[Ovviamente do per scontata la presenza in cucina di olio extravergine di oliva, sale e qualche speziuccia varia, utile in ogni occasione!]

Sia con i peperoni freschi, che con quelli congelati, bisogna procedere in una pentola abbastanza grande, possibilmente di forma ovale (poi capirete il perché) e di ghisa (il mio metallo preferito in cucina!), ma dato che la cucina è improvvisata, va bene qualsiasi pentola!
Due-tre cucchiai di olio e il pizzico di peperoncino macinato sono sufficienti per l'inizio: si porta a caldo e si versano le falde di peperoni. Dopo un'energica rimestata, si chiude il coperchio della pentola e si lascia a fuoco vivace. È opportuno che i peperoni si cuociano "in umido", grazie al vapore che si forma nella pentola: con il coperchio aperto c'è rischio di innescare una frittura che appesantirebbe il risultato. Mentre si segue la cottura dei peperoni, aggiustando in sale e mescolando di tanto in tanto, è anche opportuno schiacciare qualche falda col mestolo di legno o con la forchetta, in modo da cominciare a creare un certo effetto crema: se proprio volete, potete dargli qualche "colpo" con un mixer ad immersione, ma non è necessario e tra un po' capirete il perché (sempre lo stesso perché, vedi sopra!).
Appena i peperoni vi sembrano cotti, cioè quando qualche falda comincia a perdere la "pelle", potete aggiungere nella pentola i bucatini... si, era questo il perché segretissimo :-D . Come per un risotto, fate brillare la pasta per un minuto, mescolando frequentemente, dopodiché, aggiunta un po' d'acqua bollente, lasciate chiuso il coperchio per un altro minuto. Una volta ripreso un bel bollore, potete aprire di nuovo il coperchio e seguire la cottura dei bucatini (che devono essere al dente) aggiungendo acqua ove necessario e controllando sempre il sale. L'unica accortenza è quella di aggiungere l'acqua bollente un po' alla volta, in modo che a fine cottura, si abbia la giusta cremosità... industrialmente, una qualsiasi crema (di peperoni e non) è impensabile senza un addensante: quello che usiamo noi è l'amido rilasciato dalla pasta stessa durante la sua cottura.

Ecco tutto! Semplice, no?
Aspetto riscontri (anche negativi ;-) ) e commenti di ogni genere!

A presto!
d.

domenica 19 aprile 2009

Salve!

Buongiorno, buonasera e buonanotte a tutti.
Col primo post su questo blog non avrei potuto fare a meno di qualche chiarimento...
L'Aristorante nasce con lo scopo di condividere le mie personalissime ricette di piatti di varia natura. Personalissime perché spesso le mie pietanze, principalmente sorbite dai miei voraci amici (me compreso :) ), sono il frutto immaturo di rivisitazioni e invenzioni dettate dal piacere della cucina (poi) e della tavola (prima) e dal condividere queste gioie in buona compagnia.
A differenza della passione per la cucina, l'idea del blog è neonata. Dopo la mia ultima invenzione pasqual-culinaria, cucinata per l'appunto la sera di Pasquetta con i più improbabili ingredienti, rimurginavo sul come mettere a disposizione di tutti queste mie "intuizioni"... pensando pensando è uscito fuori il blog, che ad oggi, è uno dei metodi più pratici e veloci che mi consente, oltretutto, di avere un imperituro ricettario, eventualmente pronto all'uso per qualsiasi occasione.
Abbiate sempre a mente però, che "La ricetta è solo un'ipotesi": tutto dipende dal cuoco! E non sempre chi cambia le ricette è un cattivo cuoco ;-).

Buon appetito a tutti!
danilo | taldeital.

PS: ovviamente commenti con suggerimenti, complimenti, sberleffi, insulti e quant'altro, sono e saranno sempre i benvenuti!