sabato 21 agosto 2010

penne con burro, salvia e surimi

8 mesi d'assenza... mica male!
Questo mese di solitudine e lavoro mi ha trasformato in un mago degli avanzi di freezer. Insieme al microonde sono ormai i miei unici amici rimasti in città in questo torrido agosto.
Proprio oggi mi sono cimentato in una ricetta del tutto inedita, frutto di avanzi, spezie da terrazzo e l'ispirazione di una persona amica (saluto ZiaFollia!).
Per chi non lo conoscesse, il surimi è una preparazione a base di pesce, spacciata come polpa di granchio alle nostre latitudini. Un prodotto non proprio pregiato, ma ha dalla sua un buon sentore dimarittimo. Non avendo a disposizione la panna, con cui si gemella omozigoticamente (neologismi FTW!), ho deciso di amalgamare con burro, la cui compagna ideale è chiaramente la salvia. Un sillogismo culinario mica da gnente.


Ingredienti (per 1 persona):
  • 2 bastoncini di surimi
  • 30 g di burro
  • 4 foglie di salva
  • 1 spolverata di pepe nero
  • Pennette rigate g 100
Album Consigliato:
La preparazione è quanto mai immediata: si adagia il burro in un piatto, si tritano finemente il surimi e la salvia e si spolvera col pepe (secondo gusto). Si lascia sciogliere ed amalgamare in microonde a 600 W per circa 90 secondi. Una volta cotta la pasta, la si scola grossolanamente, la si versa nel piatto e si mescola per bene all'interno del piatto stesso. C'est plus facile!

Buon appetito!
d.

venerdì 1 gennaio 2010

Auguri e...

Auguri posticipati di buon Natale, ma soprattutto di un felicissimo 2010, che, per quel che mi riguarda, sarà per forza migliore di questo appena trascorso (non ci vorrà molto :D ).

Per oggi niente ricette, ma volevo consigliarvi il sito di una trasmissione di cucina di un'emittente americana (Hungry Nation). Il progamma si chiama Working Class Foodies e documenta ricette e idee per spendere pochissimo, mangiando divinamente. Un capolavoro assoluto di televisione! Inoltre, nel sito dell'emittente, ci sono i podcast video anche di altre trasmissioni superlative come 12 seconds cocktails.
C'è poco da fare... l'America sta più avanti di noi! :D

Buon Anno e Buon Appetito!
d.

giovedì 3 dicembre 2009

qualcosa di molto piccante e aranciò.

Probabilmente questa sarà l'ultima ricetta da semplice dottore triennale. Tra 14 giorni mi laureo totalmente e sono abbastanza soddisfatto di diventare superdottore :) .

Agosto 2009
Entra in casa il mio amico A., seguito da un folto contingente di personaggi altrettanto amici e mi fa: "Ho fame, voglio mangiare qualcosa di molto piccante e aranciò!". Batter di ciglia e sono subito ai fornelli a creare robaccia!




Ingredienti (per 5 persone)
:
  • Pomodori gialli da piennolo
  • 2 peperoncini stra-piccanti freschi e sminuzzati
  • Peperoncini in polvere finissima
  • Aglio 1 spicchio
  • Fusilli col buco g 500 (formato di pasta random che a volte ci ritroviamo in casa)
  • Speck (6 fette un po' spesse)
  • Origano
Album Consigliato:

Max Tundra - Parallax Errors Beheads You (2008) /spassoso, (retro)innovativo e pungente!

Mettiamo su l'acqua per la pasta e quando bolle, caliamo i temibili fusilli col buco. Tagliamo i pomodori a spicchi e mettiamoli da parte, salandoli leggermente (in modo da fargli scaricare un po' d'acqua). In una padella enorme poniamo lo spicchio d'aglio a soffriggere in abbondante olio extravergine d'oliva: quando si sarà leggermente inbiondito, aggiungiamo la polvere di peperoncino e i peperoncini sminuzzati e lasciamo insaporire il tutto. Appena i peperoncini si schiariscono, versiamo i pomodori con tutto il succo e chiudiamo il coperchio. Lasciamo cucinare così per 10-15 minuti e nel frattempo tagliamo lo speck a striscioline. I 10-15 minuti basteranno affinché non si formi un bel sughetto aranciò: a questo punto aggiungiamo lo speck a striscioline e spolveriamo d'abbondante origano. La pasta va scolata parzialmente e ancora al dente e subito versata nel padellone per finire la cottura amalgamandosi col sughetto: a fiamma vivace lasciamo cuocere 1-2 minuti e appena spento il fuoco, impiattiamo.

Ecco fatto, rapido, indolore e aranciò!

Buon appetito!
d.

martedì 27 ottobre 2009

il polpettone!


mah, è stato periodo molto movimentato e molto "di assestamento" per il sottoscritto. Periodo in cui ho dedicato quasi tutte le energie a mie attività personali (tra cui una laurea che arriverà a dicembre) e l'altro blog, PlayLeast, recentemente sottoposto a vigoroso restyling. Spero che questa assenza sia perdonata dalle esigue moltitudine che seguono con pazienza le mie divagazioni culinarie!
Oggi volevo condividere col popolo magnereccio la mitica ricetta del POLPETTONE dell'altrettanto mitica zia D., la già citata maestra di roba impastata e pastrocchiosa. Il polpettone per me non è una ricetta, ma quasi uno stile di vita: "polpettonare" carne e pane stantìo nelle giuste dosi per creare qualcosa di nuovo e speciale, ricco al suo interno di morbidezza e sapore... un po' il mio modus vivendi che mi porta a miscelare tutte le esperienze per sublimarle nel mio essere. Ok ok, basta con la fuffa, perché manco io sono bravo a farne! Mettiamoci all'opera con la ricetta:

Ingredienti per l'impasto:
  • Pane stantìo ("sereticcio" per gli anglofoni :D) g 500
  • Carne trita di manzo, maiale e tacchino g 750
  • 6 Uova (o a seconda della consistenza desiderata)
  • Prezzemolo q.b.
  • Formaggio grattuggiato (pecorino preferibilmente)
Ingredienti per il ripieno:
  • Mortadella in fette g 300
  • Provola affumicata fresca in fette grossolane g 300
Per la preparazione e la cottura:
  • Straccio da cucina pulito (no, non lo mangeremo!)
  • Brodo bollente di dado funghi porcini mL 500 (due tazze\2 dadi)
  • Pangrattato

Album Consigliato:
Prendiamo il pane stantìo e mettiamolo a bagno in acqua per una mezz'oretta. Trascorso questo tempo, prendiamo i pezzi di pane e li stringiamo vigorosamente, facendoli perdere l'acqua in eccesso e cercando di sminuzzarli quanto più possibile. Aggiungiamo al pane la carne trita, le uova, il formaggio e il prezzemolo tritato e impastiamo molto bene tutto il polpettone. Ci vorrà molta forza e un bel po' di tempo per riuscire ad ottenere un'amalgama liscia, consistente e omogenea, perciò mentre impastiamo, regoliamo di sale, aggiungendone secondo preferenze (occhio a non esagerare, il ripieno è già molto saporito ;) ).
Finito il "pastrocchio" arriva il momento più divertente di tutta la ricetta: prendiamo lo straccio pulito, bagnamolo per bene con acqua fredda e stendiamolo su un tavolo. Passiamo l'impasto sopra questo straccio, cercando di stenderlo per bene, coprendo quasi l'intera superficie dello straccio e creando una forma circolare. Su questo cerchio di polpetta, adageremo prima la mortadella, occupando tutta la superificie e successivamente la provola che sarà posizionata rigosamente al centro di una sola metà della circonferenza. Ora, aiutandoci con i lembi dello strofinaccio umido, cerchiamo di arrotolare tutto il polpettone, iniziando dal lato della provola: come per magia, la carne si staccherà ben benino dal tessuto e collasserà su stessa. Quello che dobbiamo fare è semplicemente agevolare la formazione del rotolo, controllando il tutto con lo straccio stesso e con le mani. Una volta arrotolato tutto (senza aver fatto cadere nulla!) finiremo il lavoro, cercando di limare la forma cilindrica e chiudendo con l'impasto stesso le due estremità. È necessario che tutto il cilindro sia ben "chiuso" affinché non si aprano fori che faranno fuoriuscire il ripieno, perciò è opportuno controllare bene prima di cospargerlo di pangrattato. Effettuato questo passaggio, posizioniamo il polpettone nella teglia antiaderente da forno, cosparsa con olio e.v.o. e lo "buttiamo" in forno a 150 °C. Passati i primi 5-10 minuti di cottura solo con olio, aggiungiamo un po' alla volta il brodo di dado, attendendo ogni volta che si consumi quello precedente: tutto questo giochetto lo porteremo avanti fino a cottura ultimata (30 min.), quando uno stecchino infilato nel polpettone, ne uscirà poco umido... intanto, come d'incanto, nella teglia si sarà formato un simpaticissimo sughetto al sapor di funghi, che cospargeremo copioso su ogni fetta, servita calda, ma non eccessivamente. Ditemi se questa non è goduria! :D
Inoltre, siccome tutti i mali non vengono per nuocere, se per caso durante la cottura dovesse rompersi il polpettone, non abbiate timore! Percolerà al di fuori un bel po' di succo di provola che insaporirà ulteriormente il suddetto sughetto, rendendolo anche più cremoso!

Cosa volete più dalla vita?

POLPETTONE LIFESTYLE!

Salute a tutti e come sempre,
Buon Appetito!
d.

lunedì 7 settembre 2009

pork-insalata

Hm, ok. Con questo post mi gioco il favore dei salutisti e delle persone perbene, ma per il bene della cucina improvvisata, sono pronto a rischiare.
Se volete rovinare una bella insalata, fresca e leggera, trasformandola in una porcata immonda, siete nel posto giusto! Questa ricetta è stata partorita in una sera di mezz'estate, in compagnia del fido P., amico di vecchia data, che invitai a cena. Sentendomi particolarmente ispirato nel fare schifezze, fui memore di un'antica ricetta romagnola della scarola riccia condita con pinoli e pancetta. Non avendo altri soggetti alimentari da deturpare, mi buttai su un cespo di lattuga iceberg, che ignaro giaceva nel mio frigorifero. Gli ingredienti sono tanti e tutti (o quasi) con un contenuto calorico sopra le 400 kcal / 100 g. Ma andiamo per gradi.

Ingredienti (per 3 persone):
  • 1 cespo di lattuga iceberg
  • 4 pomodori da insalata
  • 1 cetriolo
  • Olive verdi
  • Rucola
  • 1 vaschetta di pancetta affumicata a cubetti
  • 100 grammi di prosciutto cotto a cubetti
  • 50 grammi di nocciole tostate e sgusciate
  • 50 grammi di pinoli
  • Pecorino artigianale (di quello puzzolente)
Album Consigliato:
Laviamo e sminuzziamo la lattuga e la rucola nella maniera convenzionale (attenti a non usare il coltello, facciamo tutto a mano ;-) ). Poste in un recipiente, ci mettiamo dentro i pomodori a cubetti, il cetriolo (opportunamente sbucciato), le olive e la rucola.
Con le nocciole, facciamo un bel trito grossolano, magari aiutandoci con un pestello per carne o anche con il coltello e aggiungiamo i pinoli. In una padella nel frattempo, facciamo riscaldare una discreta quantità di olio con dentro la pancetta e i cubetti di prosciutto cotto. Appena cominciano a scurirsi, ci buttiamo dentro le nocciole e i pinoli e facciamo tostare il tutto per un paio di minuti. Il pecorino intanto, lo facciamo a scaglie grossolane con un coltello seghettato e lo lasciamo da parte. Finite tutte le procedure, accendiamo di nuovo il fuoco del mega-soffrito ipercalorico e attendiamo fino a bollore: prontamente spegneremo il fuoco e verseremo il condimento sull'insalata, avendo cura di mescolare per condire nel miglior modo possibile. Aspettiamo giusto che si raffreddi un po' il tutto e versiamo le scaglie di pecorino, rimestando un altro po'. L'attesa è necessaria, onde evitare di far sciogliere tutto il formaggio, ottenendo così un bel pastrocchio!
Chiaramente, con questo tripudio di sodio proveniente da praticamente tutti gli ingredienti, eviteremo di salare l'insalata. Al massimo, per i palati raffinati, mi sento di consigliare la solita spruzzata di aceto balsamico.

e ora, sporkeggiate pure con comodo!

scusandomi per l'enorme ritardo di questo post (freakettonaggine agostina...), vi abbraccio tutti!
a presto,
d.

mercoledì 5 agosto 2009

Fusilli in Crema Balsamica d'Alto Mare

Ci ho voglia di roboare con i nomi. Una portata dal nome così altisonante potrebbe star bene in qualsiasi menù "di un certo livello" e invece... invece abbiamo a che fare con la più improvvisata delle mie ricette, del tutto degna di un McGyver ispiratissimo. Come già confessato nel post di apertura, questa ricetta è stata la causa scatenante dell'idea del blog.
Erimo in quel di Ogliastro Marina (frazione di Castellabate -SA- N.d.D.) a celebrare la "Pasquetta Extended Mega-Mix" come usanza consolidata del mio gruppo di amici. Arrivati al lunedì sera, anche a causa di un disguido nel caricare le macchine, il frigo era vuoto. Al pari delle peggiori sit-com studentesche, per la cena c'erano a disposizione:

Ingredienti (per 5-6 persone):
  • 3 Pomodori grossi da insalata
  • 1 Scatoletta di tonno
  • Aceto Balsamico
  • Zucchero
  • Fusilli g 500
  • Residui di Parmigiano grattugiato
  • Acqua bollente
Album Consigliato:
McGyver ci avrebbe fatto un televisore al plasma, io ci ho fatto un primo piatto, almeno è più digeribile.

Procediamo per gradi. Con un primo colpo d'occhio agli ingredienti v'avrà preso anche un colpo di stomaco, ma abbiate fede: le tecnologie alimentari fanno miracoli!

Per prima cosa, abbiamo bisogno di pelare e sminuzzare i pomodori: laviamoli bene immergiamoli per una decina di minuti nell'acqua bollente. Trascorso questo tempo, raffreddiamoli uno per uno sotto getto di acqua fredda, conserviamo l'acqua bollente e peliamoli con l'ausilio di un coltello: vedrete che sarà un'operazione sorprendentemente semplice. Tagliamo via la columella cioè la parte bianca che si trova al centro del frutto e sminuzziamo in piccoli cubetti.
In una pentola bella grossa, facciamo riscaldare dell'olio (eventualmente con un po' di aglio) e appena sarà ben caldo, ci mettiamo i pomodori che faremo cucinare a fiamma vivace per una decina di minuti, aggiungendo sale quanto basta. Appena avrà assunto un aspetto tipo salsa, è il momento di aggiungere il tonno in scatola: è consigliabile sgocciolarlo prima di utilizzarlo. A questo punto si lascia cuocere per pochissimo (massimo 3 minuti), rimestando energicamente, in modo da sminuzzare il tonno e amalgamare tutto nel migliore dei modi. Generalmente il tonno in scatola non ha un bell'odore e forse nemmeno un bel sapore, soprattutto per chi ha avuto la fortuna di mangiare il tonno freschissimo: siccome siamo in un blog di cucina (anche) improvvisata, non ci spaventa niente! Prendiamo dell'aceto balsamico (ancora non ho ben capito come si trovasse lì quella boccetta di aceto, proprio in quel momento!) e "sfumiamo" la nostra salsa: spruzziamo l'aceto nella pentola e lasciamo evaporare l'acqua. La salsa assumerà una colorazione bruno-arancio e magicamente sarà svanito l'odore di scatolame. Però, se assaggiate a questo punto, vi accorgerete che il composto sarà talmente acido da perforarvi le pareti dell'esofago: ecco che entra in scena lo zucchero! Un pizzico alla volta, correggeremo l'acidità della salsa, finché non raggiungerà un sapore gradevole. Attenzione a non esagerare, altrimenti ci potrete fare solo una crostata.
Eccoci pronti ora a buttare la pasta! Dove? Ma nella salsa! Sono un fanatico della "brillatura" e della cottura nei sughi (stile risotti) e per rendere il tutto più morbido e vellutato serve il solito amido della pasta, che farà da addensante. Abbassiamo la fiamma e versiamo i fusilli nella pentola: dopo il primo minuto di continue rimestate (per non far bruciare tutto), aggiungiamo un po' d'acqua bollente e continuiamo così, finché non saranno cotti al dente [per chiarimenti vedi anche Bucatini alle Falde]. Spento il fuoco, passiamo alla mantecatura: una spolverata non esagerata di parmigiano e un filo d'olio, completano questo piatto. Impiattiamo e aggiungiamo altro parmigiano, secondo gusto. Va mangiato assolutamente caldo, onde evitare la formazione di un monoblocco indissolubile (fenomeno della retrogradazione dell'amido).

Una variazione consigliata ma ancora non sperimentata prevede l'aggiunta di capperi e olive nere snocciolate al pomodoro, in modo da arricchire un po' il sapore e la successiva guarnizione con prezzemolo tritato.

Siete spaventati? Beh, c'è di peggio, dai!

Buone vacanze a tutti e non abbuffatevi!
a presto,
d.

giovedì 16 luglio 2009

Latte 'e mammeta (:D)

Nome propriamente poco elegante, per designare un drink, originario dei bar salentini. In barba alle moltitudini dei miei amici, che hanno avuto la disgrazia di assaggiarlo nel peggiore dei modi, pubblico questa "ricetta" molto rapida e dissetante, anzichenò, ma di altrettanto difficile preparazione, soprattutto in termini di dosaggi.
È risaputo che il caffè migliore è prerogativa dei bar nella zona del napoletano. In effetti, come dar torto a questa teoria... a Lu Salentu (TM), siccome non sanno cosa significhi caffè nel senso napoletano del termine, preparano spesso molte variazioni dei tradizionali espressi da bar: shakerato, con ghiaccio, con Bayles e via discorrendo. Nessuna di queste variazioni mi ha particolarmente entusiasmato, finché non ho assaggiato il famigerato "Caffè con latte di mandorla". Il soprannome, titolo di questo post, fu affibiato dai miei compagni di sordide nottate dopo aver assaggiato una "poco riuscita" versione della bevanda. Sin da ora specifico che è NECESSARIA e FONDAMENTALE una macchinetta per caffè espresso, dotata di beccuccio per il vapore: in quella notte caldissima e umida di fine agosto, fu usata una moka, le dosi sballarono quasi automaticamente e il risultato fu a dir poco deludente (oltre che disgustoso).

Ingredienti:
  • Caffè macinato (meglio se miscela robusta)
  • Latte di mandorla (in sciroppo)
  • Ghiaccio
Album Consigliato:
Fate riscaldare la macchinetta-espresso e approntate il flusso di vapore mentre riempite il filtro di caffè: è fondamentale abbondare con il caffè macinato e pressarlo prima di posizionare il filtro, in modo che il caffè venga il più corposo possibile. Generalmente le macchinette-espresso hanno il doppio ugello per preparare due caffè alla volta, perciò abbiate cura di dosare il caffè con "abbondante attenzione" nel caso vogliate condividire la bevanda.
Preparate i bicchieri (quelli da acqua vanno benissimo) con 1 parte di sciroppo di mandorla e lasciate i cubetti di ghiaccio nelle vicinanze. La proporzione caffè\sciroppo è all'incirca 2 a 1: piccolissime variazioni sono ammesse, ma se si sbaglia con lo sciroppo, il risultato sarà iperglicemico! Inutile sottolineare l'assenza dello zucchero... lo sciroppo è già sufficiente per addolcire.
Approntato tutto, posizionate bene il filtro e al di sotto degli ugelli i due bicchieri con lo sciroppo: erogate il caffè e stoppate quando il caffè sarà il doppio dello sciroppo. Aggiungete repentinamente il ghiaccio (4 cubetti sono sufficienti) e infondete il vapore per 5 secondi ogni bicchiere. Dopo aver svaporato, miscelate un po' con un cucchiaino (giusto per raffreddare un po' in più) e bevete all'istante.

Facile, no? NO! :D

Mi ci sono volute un bel po' di prove per farlo riuscire bene, a voi ne serviranno sicuramente meno ma è meglio avvisare!